Come vincere la solitudine attraverso nuove amicizie

Postato da VenereSync ottobre 01, 2024

Archiviato in Società 776 visualizzazioni

Per vincere la solitudine non serve una magia come nelle fiabe

“Mal comune mezzo gaudio” recita un proverbio che calza a pennello per consolarsi, quando ci si senti soli, infatti una cosa è certa: la solitudine, prima o poi, aspetta tutti al varco; tuttavia, un simile atteggiamento altro non è che un palliativo.

La vera soluzione per vincere la battaglia contro la solitudine non passa attraverso la consolazione, piuttosto necessita di azione e soprattutto di una doppia strategia.

È necessario conoscere il nemico da sconfiggere per vincere una battaglia: ma cos’è la solitudine?

La solitudine è un vero e proprio male che allontana chi ne soffre dal contesto sociale e ne mina la stabilità emotiva e fisica.

Nasce di solito come effetto collaterale di alcune situazioni importanti, come ad esempio lutti e separazioni, ma non solo, può essere anche una conseguenza di scelte apparentemente positive, come un trasferimento in un’altra città o nazione, che però, a un certo punto, mostrano il loro lato oscuro, quello dell’isolamento sociale.

È una condizione subdola, che avanza a piccoli passi: una sorta di sabbia mobile sociale di cui ci si accorge solo quando ormai è troppo tardi e, soprattutto, da cui è faticoso uscire.

Proprio per questa ragione, la solitudine non è da sottovalutare, liquidandola con un “passerà…”, spesso detto in maniera poco convinta, in quanto ha importanti riflessi sulla salute, essendo causa di depressione e problemi vascolari. 

La solitudine è un ostacolo sulla strada per la felicità

La solitudine è nemica della felicità, è la barriera che impedisce di raggiungere uno stato di benessere, quindi è a tutti gli effetti uno stato fisico e mentale da combattere; quindi, come in

tutti i conflitti, è importante conoscere il proprio nemico: da sempre, capire contro chi si sta combattendo è il primo passo verso la vittoria.

La solitudine è un sentimento progressivo, che ha la capacità di autoalimentarsi: a mano a mano che si manifesta porta le persone che ne soffrono ad assumere atteggiamenti di autocritica negativa, alimentati da pensieri distorti sulla realtà che stanno vivendo e accompagnati da apatia, tristezza e ansia sociale. Tutto ciò conduce inevitabilmente a una progressiva chiusura e al conseguente isolamento.

Questi sono sintomi inequivocabili da non ignorare.

Inoltre, il disagio causato dal senso di solitudine dà spesso origine a due atteggiamenti che si trasformano in benzina sul fuoco del disagio, creando un circolo vizioso:

  • la colpevolizzazione per la situazione in cui ci si trova, che spesso passa da un’autocritica feroce e spesso immotivata
  • una presa di distanza dal mondo e dalle persone

Va da sé che l’aumento del senso di isolamento che ne deriva peggiora i pensieri cupi e genera maggiore distacco e ulteriore solitudine.

Polverizzare questa spirale negativa è l’obiettivo iniziale da raggiungere per riuscire a sconfiggere la solitudine, e per farlo bisogna mettere in atto la prima strategia.

Affrontare la paura di sentirsi soli parte dal lavorare su se stessi

Lavorare su sé stessi è fondamentale per uscire dal tunnel dell’isolamento, e, per farlo, i primi passi sono l’inizio di un lavoro sulla propria autostima e su tre aspetti che, più di altri, consolidano il disagio:

  • la sensazione di sentirsi incompresi dagli altri
  • l’idea di essere diversi e non “adeguati” nei rapporti con il resto del mondo e la radicata convinzione che nessuno voglia stare con noi
  • la necessità di “ritiro sociale”, ovvero la disconnessione da ciò che esiste attorno e l’incapacità di riconnettersi, che si trasforma a poco a poco in non volontà di farlo

Il primo vero nemico che si deve superare nella lotta alla solitudine siamo proprio noi stessi!

Dobbiamo eliminare quel circolo nefasto di convinzioni e colpe, spesso infondate, che ci attribuiamo e che costituiscono solo alibi, che possono essere smontati solo attraverso un cambio di polarità della nostra attitudine.

È questa inversione del punto di vista, che punta al possibilismo e alla nostra adeguatezza, che deve essere oggetto del lavoro di rafforzamento del nostro Io: un percorso che passa dalle piccole certezze acquisite quotidianamente, che si devono però accompagnare a una seconda strategia.

Si, perché anche uscire dalla condizione di solitudine è una spirale, ma questa volta virtuosa, che si autoalimenta e che può avvenire solo se si unisce al lavoro su se stessi un’azione più concreta.

Conoscere nuove persone è come mangiare le ciliegie

La seconda strategia, oltremodo importante, è quella rivolta verso l’esterno ed è costituita dall’apertura sociale e dalla ricerca di nuove conoscenze, e che può avvenire solo se anche la prima strategia è stata attivata.

Conoscere nuove persone può realizzarsi assecondando tre aspetti:

  • Le proprie attitudini personali nell’interazione sociale: che spaziano dal rispolverare una “estroversione” ormai sopita, fino allo smussamento di “un’introversione” troppo marcata.
  • La propria concezione di rapporto interpersonale: si è più portati a rapporti di conoscenza superficiale, che rassicurano per la loro scarsa invadenza, o si ha la necessità di rapporti più verticali, che toccano corde intime più profonde, regalando un senso maggiore di appartenenza?
  • La diponibilità di occasioni per fare nuovi incontri: legato quindi anche al luogo in cui si vive e ai propri ritmi quotidiani.

Sono aspetti operativi che ciascuno deve adeguare alla propria realtà, tuttavia la cosa importante è che esista alla base un atteggiamento di apertura e un’accoglienza di nuove situazioni che portino a entrare in contatto con nuove persone.

All’inizio non è importante definire in dettaglio il tipo di rapporti: cesellare quei rapporti sarà compito del tempo e della frequentazione: ciò che è fondamentale è creare connessioni.

Siamo animali sociali, non siamo fatti per stare soli. Questo assioma non occorre apprenderlo, è qualcosa di innato in ognuno, basta assecondarlo: per questo una volta rotto il ghiaccio farsi nuovi amici diventa come mangiare le ciliegie, uno tira l’altro.

Come farsi nuovi amici? L’importante è fare il primo passo

L’amicizia è il vero antidoto alla solitudine.

Intessere rapporti sociali e decidere di farli diventare parte della nostra quotidianità è ciò che davvero dissolve il senso di solitudine e di isolamento.

Ma da dove cominciare a farsi nuovi amici?

I passi possono essere molteplici e tre sono le variabili che possono agire da filtro:

  • l’età
  • gli interessi
  • il luogo dove si vive

Tutte e tre possono agevolare o rendere più complicato conoscere gente nuova, occorre solo saperli sfruttare nella maniera migliore, ma soprattutto essere intraprendenti e fare il primo passo:

  • Cercare contatti in linea con la nostra età e i nostri interessi
  • Usare consapevolmente i social, sfruttando i gruppi o i forum di discussione legati a blog che trattino di argomenti affini ai nostri gusti
  • Partecipare a feste, cene, meeting legati a eventi di network sociale o culturale
  • Farsi coinvolgere in corsi di hobbistica, in circoli di lettura o qualsivoglia occasione dove socializzare sulla base di un interesse comune
  • Decidere di partecipare a iniziative sociali o di volontariato
  • Semplicemente proporre inviti a persone verso cui proviamo affinità, anche per semplici caffè da condividere

Ma il minimo comune denominatore in tutte queste azioni è eliminare le barriere e predisporsi conoscere gente nuova; le parole d’ordine devono essere

  • condivisione
  • aggregazione
  • apertura

che, caso vuole, sono le regole per coltivare sane amicizie, che però cominceranno sempre con una semplice conoscenza e un’attitudine positiva a voler fare un percorso comune.

A quel punto le nuove amicizie faranno la magia: aiuteranno a sviluppare una nuova consapevolezza di sé, miglioreranno l’autostima e dissolveranno il senso di isolamento, innescando proprio quella spirale virtuosa che cancellerà, anche più velocemente di quanto si possa pensare, la solitudine.